Francesco Fidanza nasce a Varese il 29 febbraio 1848 da Eugenio, disegnatore di ricami e poi fotografo, e da Elisabetta Crespi. Nel 1871 i Fidanza partecipano all'Esposizione Agraria Industriale di Varese ottenendo una medaglia di bronzo. Dopo il ritiro di Eugenio, verosimilmente verso il 1876, Francesco gestisce la ditta in autonomia operando presso lo studio in piazza Cacciatori delle Alpi 63 e le filiali di Arona e di Como. Nel 1880 Fidanza esegue su commissione dello scultore Vincenzo Vela una serie di fotografie al bozzetto e al modello in gesso del monumento a Correggio destinato alla omonima città. Dal settembre del 1880 la ditta adotta "il nuovo sistema istantaneo, pel quale oltre all'aver notevolmente migliorata la esecuzione di ogni sorta di lavori, si pose in grado di poter ritrarre con certezza di riuscita i più irrequieti bambini" (Premiato Stabilimento 1880). Nel novembre del 1881 la sede di Varese si trasferisce in corso Vittorio Emanuele 42 (oggi corso Giacomo Matteotti) presso Casa De Grandi, dove "eseguisce qualunque lavoro fotografico, nonché gruppi e vedute di qualsiasi dimensione. Specialità in ingrandimenti e ritratti su porcellana inalterabili" (Guida 1886, p. 71). Fidanza partecipa all'Esposizione Nazionale di Milano del 1881 con saggi fotografici e nel novembre del 1883 realizza altre vedute del Circondario di Varese. Nel 1885 esegue un servizio fotografico dedicato alla nuova ferrovia che collega Varese e Como. Nel 1886 prende parte all'Esposizione Regionale Varesina dove è premiato con medaglia d'argento del Ministero. Nel 1889 realizza alcune fotografie negli spazi interni della basilica di San Vittore. Nell'aprile 1890 il laboratorio si sposta in corso Vittorio Emanuele 53, presso Casa Veratti. Nell'agosto dello stesso anno Fidanza dona La storia delle Cinque Giornate di Milano con le fotografie dei martiri dell'Indipendenza alla Sala d'Armi costituitasi presso la Società dei Militari in congedo in via Dazio Vecchio a Varese (Per una sala 1890); nel marzo del 1893 esegue una fotografia del viadotto ferroviario sull'Olona della linea che mette in collegamento Varese con Porto Ceresio (Il viadotto 1893). Entro il mese di dicembre del 1896 Fidanza fotografa i 380 figurini con i costumi per il ballo Sport di Luigi Manzotti e Romualdo Marenco disegnati da Alfredo Leonardo Edel nell'estate precedente, durante il suo soggiorno a Varese presso Villa Pozzalli (I figurini 1896). Nel febbraio del 1900 esegue il ritratto "di grandi proporzioni" del defunto Domenico De Bernardi destinato alla rassegna della quadreria dei benefattori dell'Ospedale di Varese. Nell'ottobre successivo espone una collezione di fotografie tra cui spicca "una splendida veduta del Sacro Monte, di dimensioni grandissime per una negativa diretta, di una nitidezza meravigliosa e di una finezza rara in tutti i suoi dettagli" (Fotografie 1900). Nel 1901, "malgrado il tempo coperto", fotografa la rinnovata versione in bronzo del monumento al Garibaldino, opera di Luigi Buzzi Giberto (Una fotografia 1901). Nel 1901 è incaricato dal Comitato esecutivo della Esposizione Regionale Varesina di realizzare le fotografie delle lapidi romane e medievali esistenti nel circondario su segnalazione di Pierfranco Volontè; in contemporanea riprende anche monumenti e dipinti, da aggiungere alla serie da lui già eseguita e destinata alla imminente mostra (L'Esposizione 1901), durante la quale viene premiato dal Ministero con una medaglia d'argento dorato e diploma d'onore. Nel 1902 dona al Municipio di Varese una medaglia in bronzo e cinque anni più tardi un ritratto fotografico del generale Stefano Turr da lui eseguito (Cassinelli 2011, p. 217). Nel 1912 dona al Regio Archivio Fotografico di Brera la raccolta di fotografie di opere d'arte di Varese e del suo territorio da lui eseguite, in risposta all'auspicio formulato dal direttore della Pinacoteca, che "un'opera tanto preziosa per la buona causa dell'arte lombarda e specialmente per lo studio sull'arte del Rinascimento del Varesotto non andasse dispersa" (L'importanza 1912). Nel 1914 dona al Comune di Varese la "completa riproduzione fotografica delle opere d'arte del Varesotto. Le opere e i libri di sua proprietà vengono conservati alla Biblioteca Civica. Nel maggio del 1915 dona al Ministero di Pubblica Istruzione una copia della raccolta dedicata alle opere d'arte del territorio varesino "formata con spirito di abnegazione e nell'intento di giovare al proprio paese" (Per una collezione 1915). Nel 1920 realizza un album dedicato alle nozze d'oro di Italo Arconati ed Enrichetta Conti, oggi conservato presso l'Archivio Storico Civico di Varese(Cassinelli 2011, p. 218); in quello stesso anno si ritira dall'attività e nel suo stabilimento subentra Antonio Carnelli. Muore a Varese.
Fonte: catalogo della mostra "Immagini nel tempo. Fotografi e fotografia a Varese tra '800 e '900", D. Cassinelli, S. Rebora, G. Sassi (a cura di) (2020/04)
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