La serie "Gesti", realizzata da Sofiya Chotyrbok nel 2020, è stata selezionata nell'ambito del bando REFOCUS #2, open call per progetti fotografici nell'Italia del post-lockdown, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del Ministero della Cultura (allora MiBACT) in collaborazione con Triennale Milano e Museo di Fotografia Contemporanea nel settembre - novembre 2020. La call aveva l'obiettivo di individuare 20 progetti fotografici di artisti under 40 tesi a narrare l'Italia nel periodo post-lockdown, inteso nel senso più ampio di una condizione che, a partire dall'emergenza sanitaria, attraversasse l'attualità per proiettarsi verso un futuro anche lontano. "La socialità umana è animata da gesti, che ne scandiscono la comunicazione nella sua forma più intima e ancestrale. Il gesto ha in sé una carica espressiva, comunicativa, ma anche estetica e talvolta teatrale. La sua etimologia è da ricondursi al verbo latino gerere, letteralmente "compiere". È l'unità, la base della comunicazione umana, capace di valicare lingue e distanze. La pandemia in corso ha generato un improvviso black-out nella sfera gestuale che ha cancellato ogni tipo di contatto, trasformandoci in esseri socialmente incompiuti, costretti a una condizione forzata di solitudine. L'unica arma di resistenza al contagio, quella del distanziamento, ha generato una lotta contro un nemico invisibile e contro se stessi: limitare le possibilità di contagio significa contestualmente danneggiare la dimensione umana più aperta e vitale. Se il lockdown ha rappresentato a questo proposito una fase emergenziale di sospensione, quella successiva della 'riapertura' racconta una nuova normalità nella quale abbiamo interiorizzato la messa al bando ogni tipo di contatto, prendendo coscienza che tale vuoto non potrà essere colmato ritornando a essere 'quelli che eravamo'. La gestualità, per sua natura in continua ma impercettibile evoluzione, ha subito uno stravolgimento che ha sostituito lo sguardo ad ogni tipo di contatto. Gli occhi, isolati dal resto del viso celato dalla mascherina, sono gli unici veicoli espressivi in una dimensione antisociale di corpi silenti. "GESTI" nasce come esigenza di indagare tutto ciò che non può essere compiuto, quel vuoto generatosi fra il prima e il dopo. È un processo che pone l'attenzione sulla fisicità delle relazioni quotidiane e sugli effetti e le implicazioni scaturiti dall'autocensura. La nostalgia (il famoso dolore del ritorno) mi ha portata a "fissare" delle piccole porzioni di una realtà passata, che ho decontestualizzato affinché assurgessero a frammento di vissuto e insieme termine di paragone rispetto a questa nuova dimensione quotidiana. L'imperativo sociale del distanziamento diviene qui uno strumento per interagire con l'opera: l'immagine è ingrandita sino a perderne leggibilità e c'è bisogno che il fruitore faccia alcuni passi indietro per coglierne la visione d'insieme ed evocarne la sua memoria tattile." (Sofiya Chotyrbok) (fonte: comunicazione autore, 2021, questionario artisti) ----------------------------------- "Gesti" concentra la sua attenzione sull'autocensura rispetto alla fisicità nelle relazioni quotidiane, alla luce delle misure di contenimento della pandemia. La nostalgia (il famoso dolore del ritorno) ha portato l'autrice a fissare piccole porzioni di gesti di affettività appartenenti a una realtà passata, prelevate dall'archivio fotografico familiare, che diventano, decontestualizzate, il simbolo della nuova dimensione quotidiana rimodellata dall'emergenza sanitaria. L'immagine è ingrandita fino a perderne leggibilità, il fruitore è chiamato ad allontanarsi per coglierne la visione d'insieme e riportarne alla mente la memoria tattile. (fonte: Almanac of Suspension, p. 324)
Sofiya Chotyrbok (Ucraina 1991). Vive dal 2000 in Italia. Studia fotografia a Napoli presso l'Ilas - Accademia di comunicazione e successivamente a Milano presso il Cfp Bauer. La sua ricerca è incentrata sul tema dell'identità nella società post-sovi... SCHEDA AUTORE
Il fondo REFOCUS è costituito dalle stampe realizzate da quaranta giovani fotografi, individuati tramite selezione pubblica, che hanno saputo interpretare esperienze, situazioni e stati d'animo durante i mesi della pandemia da Covid-19. Le immagini r... SCHEDA FONDO